I produttori cinesi hanno scovato un modo ingegnoso per aggirare i dazi europei. La soluzione era davanti agli occhi, ma nessuno l’aveva notata.
L’Europa pensava di aver trovato la formula magica per fermare l’avanzata delle auto cinesi. Dazi più alti, prezzi alle stelle, problema risolto. Ma non aveva fatto i conti con la creatività orientale. Mentre qui si discuteva di barriere commerciali e protezione del mercato, in Cina qualcuno stava già preparando la contromossa perfetta.
Una soluzione tanto semplice da far sorridere. Invece di insistere solo sulle elettriche, i costruttori cinesi hanno virato sulle ibride. Un cambio di rotta che sta dando risultati sorprendenti. Fatta la legge, trovato l’inganno, insomma. Come nelle migliori tradizioni.
La mossa del drago
In pochi mesi le vendite sono schizzate verso l’alto, triplicando i numeri. Le ibride non pagano dazi extra, costano meno delle elettriche pure e piacciono a chi non vuole ancora staccarsi del tutto dal motore tradizionale.
Ma c’è dell’altro. BYD, il gigante cinese che fa tremare i costruttori europei, ha deciso di giocare in casa nostra. Due nuovi stabilimenti sono in arrivo: uno in Ungheria, l’altro in Turchia. Niente più problemi di dazi quando produci direttamente in Europa. Una mossa furba, che sa tanto di scacco matto.
Nel frattempo, il mercato europeo dell’auto arranca. Volkswagen fatica, gli altri non stanno meglio. Le auto costano troppo, la gente cerca alternative. E guarda caso, ecco arrivare le ibride cinesi: tecnologia moderna, prezzi ragionevoli, qualità in crescita. Non sono più i tempi in cui “made in China” faceva storcere il naso.
L’Europa potrebbe provare a mettere i dazi anche sulle ibride. Ma ormai è tardi. I cinesi hanno già un piede nella porta, anzi due. Con gli stabilimenti europei pronti a partire nel 2025, il gioco è fatto. È come se avessero studiato la partita mossa per mossa, prevedendo ogni possibile contromossa europea.
Il bello è che questa strategia accontenta tutti. Chi vuole un’auto nuova trova prezzi più accessibili. Chi non si fida ancora delle elettriche pure ha un’alternativa valida. I cinesi vendono e producono, gli europei devono solo fare i conti con una concorrenza più agguerrita. Del resto, il mercato è questo: chi si adatta sopravvive, chi si chiude dietro i muri prima o poi deve cedere.
Il 2025 sarà l’anno della verità. Gli stabilimenti europei dei costruttori cinesi inizieranno a sfornare auto. Le ibride continueranno ad arrivare dall’Asia. E il mercato europeo dovrà fare i conti con una realtà nuova: la Cina non è più il paese che copia e basta. Ha imparato a innovare, a trovare soluzioni creative, a giocare secondo le regole occidentali. E, a quanto pare, a vincere anche quando le regole cercano di metterla in difficoltà.